Il giorno dopo (14 novembre 2018):
ecco, la prima conversazione si è compiuta. Il dado è stato tratto, grazie a coloro che hanno voluto esserci.
L’ambiente piccolo, abitato da tante opere dell’artista era lì, a fare da ospite straordinario. Annalisa Teodorani, un dono. I versi che ha scelto per SCARTI risuonavano di una lingua vecchia/nuova, fresca/greve nel soppalco dove, appollaiati, stipati, ci facevamo prendere da questo singolare avvio. Poi Omar Battisti con in mano il braccio di un vecchio giradischi e dei vinili, scelti chissà… per sussurrare. Poi l’esercizio della conversazione: cercare di trasmettere dalla clinica, del caso per caso, di un oggetto scarto. Dall’immagine del corpo, dove non tutta la libido è compresa, incontra un limite, c’è – come ci avverte Lacan – un resto, un resto reale. ed ecco un corpo erotizzato, gli oggetti… l’oggetto anale così prezioso, così complesso: scarti solcati dall’Altro. Una madre, un padre… a seconda. Scarti che, per ordinarsi, hanno da mettersi più o meno sotto lo statuto di dono. I bambini, la loro copiosa risorsa di inventare soluzioni, così ancora poco occupati dalle difese, dal super-io; non tutti, però. Un bimbo autistico che non può donare il suo oggetto, che lo vuol far diventare il suo colore per segnare il muro con il dito/pennello…
Alessandro La Motta associa ricordi infantili, e non solo, con il padre. Lì incomincia ad inventare, a creare, servendosi di piccoli scarti del lavoro di ebanista e restauratore che il padre faceva. Poi… il suo affannarsi ad inventare, cercare pagine che non fossero bianche…non senza passare a leggere Picasso, a riferirsi a Maestri dell’Arte nel tempo, a ricollocare il titolo all’opera d’arte all’avvento del Museo.
Poi ancora: la conversazione andava e ritornava, da un piano soggettivo ad un piano di discorso. La cultura, gli scarti, il riciclo, i rifiuti…
E le opere che ci abbracciavano, appollaiate sulle pareti, forse non erano più solo immagini, erano chiaccherate, parlate forse, chissà…
Ecco un “resto” di SCARTI
Ora il testimone passa a SCARABOCCHI, il 15 gennaio dell’anno che verrà.
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